L’agricoltura biologica si pone come obiettivo la produzione di alimenti sani dal punto di vista ambientale, economico e sociale. L’agricoltura biologica utilizza metodi di coltivazione e di allevamento sostenibile che sfruttano la fertilità naturale del suolo e rispettano la natura, le piante, gli animali e il paesaggio.

L’agricoltura biologica non utilizza concimi, i pesticidi e i medicinali chimici di sintesi, sfrutta le leggi della natura per aumentare la produttività e la resistenza alle malattie delle piante e degli animali e adotta norme severe che vincolano il produttore.

L’agricoltura convenzionale adotta un metodo di coltivazione intensivo, che sfrutta al massimo il suolo agricolo e utilizza prodotti chimici per la fertilizzazione e la difesa delle piante.

Ciò comporta la presenza di residui chimici nei prodotti agricoli e problemi ambientali dovuti anche all’uso di pesticidi chimici, fertilizzanti chimici, inoltre tali tecniche di coltivazione possono provocare anche impoverimento ed erosione del suolo.

L’agricoltura biologica invece è a basso impatto ambientale in quanto prevede la sostituzione di sostanze chimiche con sostanze naturali, ma soprattutto la salvaguardia della biodiversità.

La biodiversità indica la varierà di organismi vegetali e animali presenti in tutto il pianeta. Viene stimato che nell’ultimo secolo siano scomparsi ben i tre quarti delle diversità genetiche delle colture agricole.

Una delle cause che ha portato alla riduzione della biodiversità è stato l’uso delle monocolture. La diversità biologica consente il ritorno ad un equilibrio tra prede e predatori all’interno delle coltivazioni, per ottenere ciò bisognerebbe coltivare su terreni dissodati, ridurre l’uso di pesticidi, la rotazione delle colture ecc.

    

I principi dell’agricoltura biologica

Le norme comunitarie sulla produzione biologica prevedono che la fertilità e l’attività biologica debbano essere conservate e aumentate con:

  • l’utilizzo di concimi organici;
  • la rotazione delle colture, la quale prevede che non bisogna coltivare per più stagioni consecutive sullo stesso terreno la medesima coltura. In questo modo si impedisce ai parassiti di trovare un ambiente favorevole, inoltre si evita dì’impoverire troppo il terreno;
  • la consociazione, che consiste nel coltivare contemporaneamente piante diverse;
  • lavorazioni attente al miglioramento del suolo;
  • la piantumazione di siepi e alberi che favoriscano la biodiversità, dando ospitalità ai predatori naturali dei parassiti;
  • la scelta di piante e animali che resistano alle malattie e si adattino alle condizioni di quel luogo;
  • la lotta a malattie e parassiti solo con preparati vegetali o minerali; ma soprattutto preferire la lotta biologica;
  • l’incorporazione nel terreno di materiale organico aziendale (residui colturali, letame, compost).

In ogni fase dell’agricoltura biologica è vietato l’uso di Organismi Geneticamente Modificati.

Le caratteristiche dell’attività zootecnica secondo il metodo dell’agricoltura biologica si possono riassumere nei seguenti punti:

  • gli animali devono essere allevati in condizioni idonee e nel massimo rispetto possibile delle loro esigenze naturali;
  • gli animali devono poter muoversi liberamente anche se sono all’interno di un box; l’allevamento in gabbia non è ammesso; anche quello intensivo ed in batteria; l’animale deve poter accedere ad un’area esterna;
  • gli animali devono poter disporre di un’area di pascolo;
  • la riproduzione degli animali deve essere naturale;
  • è vietato l’impiego di qualsiasi sostanza di origine sintetica che favorisca la crescita e la produzione, che stimoli l’appetito ecc.;
  • è vietata qualsiasi mutilazione;
  • l’alimentazione del bestiame deve essere costituita da foraggi e mangimi ottenuti da coltivazioni biologiche;
  • è vietata la somministrazione di farmaci di sintesi chimica;
  • sono autorizzate le vaccinazioni obbligatorie per legge.

L’azienda che vuole avviare la produzione biologica se a seguito dell’ispezione dell’ente specializzato risulta idonea allora si può procedere alla conversione che può durare da due o più anni a seconda dell’intossicazione di prodotti chimici del terreno.

Solo quando è terminato il periodo di conversione il prodotto può essere commercializzato con il nome di produzione biologica.

 

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