Il clima è l’insieme delle condizioni meteorologiche di un certo luogo osservate in un lungo periodo di tempo, in modo da individuare le condizioni meteorologiche medie che lo caratterizzano.

Per valutare le condizioni climatiche di un luogo si utilizza spesso la temperatura media. Per calcolare la temperatura media giornaliera si somma il valore della temperatura massima dell’aria con il valore della temperatura minima e si divide per due. La temperatura media annuale si ottiene sommando la temperatura media dei mesi più caldi e i valori medi registrati nei mesi più freddi e dividendo per due.

La differenza fra temperatura massima e temperatura minima si chiama escursione termica: diurna se riferita a un solo giorno; annua se riferita all’intero anno.

I fattori  che condizionano il clima

Il clima è condizionato da diversi fattori: per esempio l’altitudine e la latitudine, la vicinanza al mare, la presenza o l’assenza di vegetazione o di catene montuose.

Alle alte latitudini, nelle regioni nordiche, i raggi del Sole arrivano al suolo più inclinati, quindi l’energia solare si distribuisce su un’area maggiore ed è molto intensa. Ciò determina una più bassa temperatura media dell’aria al livello del suolo.

Alle latitudine inferiori, nelle regioni meridionali, i raggi del Sole arrivano al suolo meno inclinati e quindi l’energia solare è più intensa: la temperatura media è più alta.

Il clima delle regioni europee che si affacciano sull’Atlantico è influenzato dall’oceano: poichè si riscalda e si raffredda più lentamente della terra, esso rende l’aria sovrastante più fresca d’estate e più calda d’inverno. Lo stesso avviene durante l’inverno nella regione mediterranea, soprattutto grazie all’azione mitigatrice del mare.

L’influenza dell’Oceano Atlantico è accentuata da una corrente marina calda – la Corrente del Golfo- che rende ancora più tiepida l’aria sovrastante.

L’influenza mitigatrice dell’oceano diminuisce, fino a scomparire, man mano che ci si allontana dalla costa nelle regioni interne.

Le masse d’aria provenienti dall’Atlantico portano sull’Europa anche piogge.

In primavera e autunno, le piogge variano a seconda della distanza dall’oceano: sono più abbondanti nelle regioni costiere.

Le catene montuose influenzano il clima, bloccando l’afflusso di aria fredda o calda. Ad esempio le Alpi proteggono la Pianura Padana dai venti freddi del nord, mentre gli Appennini proteggono la zona tirrenica dai venti freddi di est e nord-est.

Influenza il clima anche l’altitudine: la temperatura dell’aria diminuisce di circa 6° C ogni 100 m di quota.

La presenza di vegetazione (prati, foreste), facendo ombra sul terreno, mitiga il calore; inoltre, la vegetazione cede acqua all’atmosfera e quindi ne aumenta l’umidità.

    

La meteorologia

La meteorologia studia il tempo meteorologico e può anche fare previsioni sul tempo che ci sarà in un certo luogo nel prossimo futuro.

La meteorologia analizza in particolare tre elementi che costituiscono le condizioni meteorologiche e che sono in relazione tra loro: la temperatura, l‘umidità e la pressione atmosferica.

La temperatura indica i valori del caldo e del freddo. L’umidità indica invece la quantità d’acqua presente nell’aria. Quanto più le temperature sono elevate, tanto maggiori saranno l’evaporazione delle acque e quindi il tasso di umidità presente nell’atmosfera. Quando c’è tanta umidità, le precipitazioni sono più abbondanti.

Latmosfera è l’insieme dei gas che circonda la Terra. In particolare l’aria ha un peso ed esercita una pressione sulla Terra: la pressione atmosferica. La pressione varia, per esempio a seconda dell’altitudine e della temperatura. Alle basse altitudini l’aria è più densa e più pesante; alle alte è più rarefatta e quindi più leggera.

La circolazione dell’aria

L’aria dell’atmosfera si concentra per il 90% circa nel suo strato più basso, la troposfera. Qui si riscalda a causa delle radiazioni del Sole che giungono sulla Terra. L’aria non è riscaldata dal Sole direttamente, dall’alto, bensì dal basso; attraverso il calore emesso dalle terre e dai mari che sono stati a loro volta riscaldati dai raggi solari.

L’aria sovrastante si riscalda in maniera ineguale. Per esempio, i mari si riscaldano e si raffreddano più lentamente delle terre emerse. Per questo motivo, l’aria che sta sopra il mare è più fresca d’estate, rispetto a quella sovrastante la terra, e più calda d’inverno. Questo causa spostamenti d’aria: l’aria calda che sta sopra il mare si dilata, diventa più leggera e perciò si solleva; l’aria circostante più fredda e pesante, si muove per prenderne il posto.

I movimenti delle masse d’aria da una zona all’altra sono chiamati venti e possono interessare sia grosse parti dell’atmosfera, sia zone limitate.

L’aria che si sposta dagli oceani alle terre emerse contiene vapore acqueo, ossia acqua evaporata dal mare per effetto del calore del Sole. Queste masse d’aria, più leggere, salgono di quota e si raffreddano: il freddo trasforma il vapore acqueo in piccolissime goccioline che insieme formano le nuvole. Quando le nuvole incontrano aria ancora più fredda o salgono a un’altezza maggiore, le goccioline diventano più grandi e pesanti e cadono sulla Terra sotto forma di pioggia. Se poi la temperatura è ancora più bassa, le goccioline d’acqua ghiacciano e si trasformano in neve o grandine.

L’aria umida è più leggera di quella secca ed esercita quindi una minore pressione. Perciò le aree di bassa pressione sono caratterizzate da aria più umida e quindi condizioni del tempo perturbate, con nuvole e pioggia, mentre quelle di alta pressione sono caratterizzate da aria più secca e tempo sereno.

 

Vedi programma di geografia prima media

Se vuoi ascolta l’articolo