In genere i terremoti sono provocati dal movimento delle placche. Là dove due placche entrano in collisione, le rocce vengono messe in tensione per anni e accumulano energia. A un certo punto si fratturano, slittando in direzioni opposte ai due lati della faglia.

L’energia accumulata si libera improvvisamente, si propaga nelle rocce e nel suolo sotto forma di vibrazioni, le onde sismiche. Esse partono dall’ipocentro (il punto di inizio all’interno della Terra) e si propagano in tutte le direzioni.

Quando le onde sismiche arrivano in superficie, si avverte il terremoto, i cui effetti sono massimi all’epicentro (il punto della superficie sulla verticale dell’ipocentro.

Il rischio sismico

Il bacino del Mediterraneo è una delle aree del mondo più esposte al rischio sismico. Situata tra le placche eurasiatica e africana, l’area è infatti sottoposta a spinte che determinano movimenti nel sottosuolo, vibrazioni e oscillazioni improvvise della crosta terrestre: quelli appunto che chiamiamo terremoti.

Per definire il livello di rischio sismico occorre considerare tre fattori. Il primo è la sismicità o pericolosità sismica, cioè la probabilità che in quel territorio, in un certo intervallo di tempo, si verifichi un terremoto di forte intensità. Il secondo fattore è la vulnerabilità: un’area urbanizzata è più vulnerabile di una rurale. Il terzo fattore è l’esposizione, che dà la misura di quanto un luogo è esposto al rischio sismico: persone, edifici privati e pubblici come scuole, ospedali ecc. L’esposizione di un luogo aumenta con l’aumentare della popolazione.

  

Il rischio sismico in Italia

Nel mondo ci sono aree ad alta sismicità, ma esposte a un rischio sismico relativamente basso perché bassa è l’esposizione(come in una zona desertica) o la vulnerabilità(come in Giappone, dove gli edifici sono costruiti per resistere ai sismi). In altre aree la sismicità è più bassa, ma è più elevato il rischio sismico. L’Italia è un paese di medio-alta sismicità, ma è molto vulnerabile a causa della fragilità del territorio. Ha inoltre, un’esposizione altissima per l’alta concentrazione della popolazione in centri di grande valore storico.

Come difendersi dai terremoti

I terremoti non si possono prevenire in quanto tali, ma se ne possono prevenire gli effetti. Infatti, l’edilizia antisismica svolge da questo punto di vista un ruolo chiave ma le politiche di prevenzione e messa in sicurezza del territorio richiedono grandi investimenti. Comunque la cosa più importante per prevenire il rischio sismico è monitorare le manifestazioni di eventi sismici. In Italia ciò viene effettuato da 464 stazioni digitali.

Per misurare un terremoto si ricorre alla scala Richter, essa misura la quantità di energia (magnitudo) liberatasi durante il sisma e presenta valori che vanno da 0 a 10.

La scala Mercalli invece è una scala di valutazione che tiene conto degli effetti che il terremoto produce sul territorio e sulle persone, cose e manufatti.

 

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