Il suolo è lo strato di detriti organici e inorganici che ricopre la superficie terrestre: se non vi fosse, non vi sarebbe vegetazione nè possibilità di produrre cibo con l’agricoltura. Eppure anche in Europa esso è sempre più degradato dalle attività umane.

Ciò che danneggia maggiormente il suolo europeo è l’erosione, ossia l’asportazione delle parti superficiali del terreno dovuta all’azione dell’acqua e in minor misura del vento.

Gli effetti dell’erosione sono amplificati dalle attività umane. Per esempio la deforestazione, lo sfruttamento eccessivo dei pascoli, l’aratura profonda ecc.

Si calcola che circa un terzo della superficie europea sia soggetto a erosione idrica.Le zone  in cui essa è maggiore sono le più esposte a frane e alluvioni.

Particolarmente esposta all’erosione idrica è l’area mediterranea, a causa delle condizioni climatiche caratterizzate da periodi di siccità seguiti da forti piogge.

    

Per effetto della perdita di suolo fertile sono a rischio di desertificazione, ossia non più adatte alla crescita di vegetazione, alcune zone della Spagna.

Altri danni al suolo vengono provocati dalla impermeabilizzazione del suolo, ossia dal suo rivestimento con cemento e asfalto per costruire edifici e strade: ciò impedisce all’acqua piovana di penetrarvi, peggiorando la qualità del terreno anche nell’area circostante.

Il suolo è anche colpito da altre forme di degradazione che ne peggiorano la qualità. Le piogge acide, che contengono zolfo, provocano l’acidificazione del suolo.

Un altro fenomeno è quello della salinizzazione, che si verifica nei climi caldi, quando nei terreni l’acqua di superficie evapora rapidamente lasciando nel suolo il suo contenuto di sale.

Particolarmente dannosa è la contaminazione chimica del suolo con sostanze contenute nelle acque reflue industriali e agricole.

Infine un’altra causa della contaminazione del suolo è l’interramento in discarica dei rifiuti.

 

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