La scienza che studia la popolazione si chiama demografia (dal greco demos, “popolo”, e graphia, “scrittura, descrizione”).

La demografia misura la popolazione presente in un territorio, osserva il suo andamento e analizza la sua composizione.

In un anno la popolazione di un paese può crescere, diminuire o mantenersi stabile. Per saperlo occorre conoscere i dati relativi ai nati e ai morti, e quelli relativi agli immigrati e agli emigrati.

In un anno il numero dei morti può superare il numero dei nati: si ha in questo caso un saldo naturale negativo.

Il saldo migratorio indica invece la differenza tra il numero degli immigrati e quello degli emigrati registrata in un anno in un determinato territorio: se il numero degli immigrati supera quello degli emigrati allora il saldo è positivo.

Il tasso di natalità di un paese indica il numero dei nati in un anno ogni 1000 abitanti.

Il tasso di mortalità indica invece il numero dei morti ogni 1000 abitanti. Sottraendo il tasso di mortalità a quello di natalità si ottiene il tasso di incremento naturale.

La densità di popolazione ci dice quanti abitanti ci sono in media in ogni chilometro quadrato di un paese e si calcola dividendo il numero di abitanti in un territorio per il numero di km² della superficie. Poichè la densità di popolazione è un valore medio non ci dice come è distribuita realmente la popolazione nel territorio.

 

La crescita demografica del Settecento

L’andamento della popolazione europea è stato per migliaia di anni di lenta crescita.

Dal XVIII secolo, invece, grazie alla rivoluzione industriale, ci fu una vera e propria rivoluzione demografica, che portò gli abitanti dell’Europa dai 100 milioni di fine Seicento agli oltre 700 milioni di oggi. Altri cambiamenti economici e sociali contribuirono a tale crescita demografica e furono: la maggiore produttività agricola, i progressi nell’igiene pubblica e le scoperte in campo medico ecc.

Però nel ventesimo secolo l’incremento demografico iniziato nel Settecento ha incominciato ad arrestarsi e oggi in alcuni paesi europei si registra anche un calo della popolazione.

Gli anni cinquanta e sessanta del Novecento hanno conosciuto un incremento delle nascite, oggi invece c’è una crescita zero.

La popolazione europea non aumenta e inoltre vive sempre più a lungo, quindi i giovani sono in netta minoranza, infatti, l’Europa è il continente più “vecchio”.

La distribuzione della popolazione in Europa

L’europa è una delle zone più popolate della Terra: pur essendo uno dei continenti meno estesi, ospita oltre 700 milioni di abitanti.

La densità media di popolazione è di 69 abitanti per km², inferiore solo al continente asiatico.

Le aree più popolate si estendono dalle pianure del Regno Unito attraverso i Paesi Bassi, la Germania centrale fino all’Ucraina; le regioni lungo il Reno, il Rodano, il Po e infine alcune aree costiere della Spagna, Francia e Italia.

Le aree a più alta densità di popolazione sono Mosca, Parigi e Londra.

In Italia la popolazione è piuttosto numerosa , quasi 60 milioni di abitanti, e la densità media e pari a circa 197 abitanti per km². Le zone meno popolate sono quelle di montagna. La regione più popolosa è la Lombardia.

 

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