Il secondo capitolo dei Promessi sposi inizia con il confronto tra Don Abbondio e il principe di Condè, uno dei grandi personaggi della storia francese. Da questo paragone viene fuori ancor di più la viltà del curato confrontato con chi, come il principe, doveva prendere decisioni importanti per la storia della Francia. Quindi Don Abbondio a differenza del principe, che prima della battaglia decisiva aveva trascorso una notte tranquilla, fece un sonno tormentato e pieno di angoscia per il pensiero su cosa fare il giorno successivo riguardo il matrimonio.

La mattina al risveglio decide di guadagnare tempo perchè dal 12 novembre ci sarebbe stato il periodo in cui non si potevano celebrare matrimoni.

A questo punto del racconto compare Renzo, un ragazzo di 20 anni che esercita il lavoro di filatore e che ha un piccolo podere, tutto ciò gli consente una vita abbastanza dignitosa.

Il giovane bussa alla porta del curato di prima mattina, felice e baldanzoso, indossando gli abiti della festa e un cappello con piume colorate, impaziente di sposare Lucia, la donna di cui è innamorato.

Quando si trova al cospetto del curato gli domanda l’orario in cui si sarebbe dovuto presentare il pomeriggio. Don Abbondio all’inizio finge di cadere dalle nuvole, e comincia a parlare di problemi di salute e cavilli burocratici che non gli avrebbero permesso di celebrare il matrimonio. Per confondere ancor di più Renzo comincia a parlare in latino, in questo modo Manzoni mostra come l’uso della cultura possa essere fonte di potere. Le formule in latino di diritto canonico costringono Renzo ad arrendersi. Il giovane va via dicendo al curato che avrebbe aspettato solo un’altra settimana.

Renzo andando via pensa che le motivazioni del curato facessero acqua, quindi, vedendo Perpetua da lontano, decide di avvicinarsi. Dal loro dialogo capisce che c’è qualcosa sotto e insistendo riesce a far confessare alla donna che non è colpa del curato ma di un prepotente.

Senza farsi vedere dalla domestica torna da Don Abbondio, il curato impaurito dalla rabbia di Renzo, confessa che il mandante dei bravi fosse Don Rodrigo. In seguito fa una ramanzina a Perpetua per non aver mantenuto il segreto e si mette nel letto per la febbre chiedendo che nessuno lo disturbasse.

Renzo deluso, triste e furioso si avvia verso la casa di Lucia con l’idea di uccidere don Rodrigo. Il giovane fa chiamare di nascosto Lucia, quindi per la prima volta compare la figura della fanciulla che ha lunghi capelli bruni, raccolti in trecce con spilli che formano una corona secondo la moda delle contadine milanesi e quindi un abbigliamento semplice tipico del periodo.

Appena si incontrano, subito Renzo le dice il nome di colui che non voleva che si sposassero. Lucia, il vero motore positivo di tutta la storia, congeda con atteggiamento calmo e rassicurante tutte le donne, dicendo che il matrimonio non si sarebbe celebrato quel giorno perchè il curato era ammalato.

La fanciulla subito tranquillizza Renzo che ha persino pensato che la ragazza fosse a conoscenza di tutto.

Le persone del paese cominciano a pensar male, quindi vanno da Don Abbondio per verificare se fosse veramente malato.

 

Manzoni e i Promessi sposi