Un vulcano è una frattura della crosta terrestre che mette in comunicazione con l’esterno una cavità sotterranea contenente magma: questo può risalire in superficie riversandosi all’esterno.

La formazione dei vulcani avviene quando due placche si scontrano e una può scivolare sotto all’altra e quando questo accade la placca sprofondata fonde a causa delle alte temperature e pressioni del mantello superiore e si trasforma in magma.

Molto in profondità nella Terra una pressione enorme, chiamata pressione litostatica, causa la risalita di roccia fusa, cioè il magma, verso la crosta terrestre dove la pressione è più bassa. A questo punto si formano delle cavità piene di magma, chiamate camere o serbatoi magmatici, dove il magma si deposita. Alcune volte rimane fermo lì senza fuoriuscire mai, formando così ammassi di rocce chiamati plutoni. Altre volte invece il serbatoio magmatico alimenta un flusso intermittente di roccia fusa che si fa strada attraverso delle spaccature della crosta terrestre e raggiunge la superficie.

Il magma che fuoriesce prende il nome di lava, e tutto il fenomeno prende il nome di eruzione vulcanica.

Oltre al magma sono presenti anche molte sostanze volatili come gas(idrogeno, anidride carbonica e solforosa) e vapore acqueo. Quando il magma riesce a raggiungere la superficie, si verifica una rapida diminuzione della pressione.

Un vulcano è formato dall’edificio vulcanico, cioè un rilievo di forma conica che si è formato a seguito delle varie eruzioni vulcaniche e quindi grazie all’accumulo di magma solidificato. Si possono distinguere tre parti fondamentali:

  • la camera magmatica (o serbatoio magmatico), che è una specie di cavità sotterranea dove si accumula il magma;
  • il camino vulcanico, che è il condotto, generalmente cilindrico, lungo il quale risale il magma e quindi mette in comunicazione la camera con il cratere;
  • il cratere, che è l’apertura (la bocca) da cui esce il magma.

In un vulcano possono essere presenti anche più camini, oltre a quello centrale, chiamati avventizi.

  

Esistono vari tipi di vulcani che differiscono per forma, costituzione del magma ed attività eruttiva. Per forma possono essere classificati in vulcani a scudo con fianchi molto ripidi con un’attività eruttiva costituita da lave molto fluide, strato-vulcani, hanno fianchi ancora più ripidi di quelli a scudo e la loro attività eruttiva è caratterizzata da lava fluida e fenomeni più esplosivi (Vesuvio), i coni di scorie, sono piccoli edifici vulcanici che si sono formati da ceneri e lapilli a seguito di una singola eruzione di tipo esplosivo.

Abbiamo detto che possono essere classificati anche in base alla costituzione del magma che può essere acido, che porta a eruzioni esplosive con produzione di gas e polveri, inoltre durante questo tipo di eruzione i prodotti vulcanici sono allo stato semisolido e vengono chiamati piroclasti, magmi basici che portano a eruzioni più lente e con abbondante produzione di lava (eruzioni effusive).

Per quanto riguarda l’attività eruttiva non è facile la classificazione dei vulcani perchè un vulcano si può comportare in modo diverso a distanza di anni. Sicuramente la prima distinzione che si può fare è tra vulcani attivi, spenti oppure quiescenti, cioè una fase di riposo tra un’eruzione all’altra che può durare anche molto tempo (Vesuvio).

I vulcani attivi poi possono essere classificati in  quelli con attività effusiva ed esplosiva.

La prima si ha per quei vulcani che producono una lava fluida e povera di gas, quindi sono esplosioni abbastanza tranquille (Etna). Si ha attività esplosiva se oltre alle lave vengono prodotti anche ceneri, lapilli (i prodotti dell’eruzione che vanno da pochi millimetri a qualche centimetro) e le bombe vulcaniche (prodotti dell’eruzione abbastanza pesanti che possono avere un diametro che va diversi decimetri a qualche metro). Inoltre i magmi sono così viscosi da poter tappare parte o tutto il cratere. Quindi l’attività esplosiva è molto pericolosa in quanto la pressione al di sotto del tappo aumenta finchè il tappo non viene frantumato.

Vi sono casi di attività secondaria che comporta la liberazione di gas e vapori caldissimi, zolfo, fango bollente e acqua. In Italia vi sono molti esempi di questo tipo di attività in Toscana (i soffioni boraciferi di Larderello), nell’isola di Vulcano (le fumarole) e a Napoli (la solfatara di Pozzuoli).

Un altro effetto dell’attività vulcanica è il bradisismo cioè il lento abbassamento o sollevamento del suolo (Pozzuoli).

Al termine dell’attività vulcanica, il condotto si può svuotare della lava e pian piano l’edificio vulcanico può scomparire formandosi una grande conca o caldera che si potrà riempire di acqua e formare un lago (lago d’Averno presso Napoli, i laghi di Bolsena ecc.)

 

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