Il ciclo carolingio è il più importante tra le chansons de geste.

Tra l’XI  ed il XIII  secolo in Francia si diffonde una produzione letteraria che tratta di imprese di guerra e di eroi, essa è la chansons de geste (canzoni di gesta) che è scritta in lingua d’oil. Il termine francese chansons (canzoni) allude che questi testi venivano cantati, invece il termine francese geste , significa imprese compiute.

L’insieme di questa produzione viene anche chiamato “ciclo carolingio” perché la maggior parte di esse fa riferimento alle vicende dell’imperatore Carlo Magno e dei nobili che lo circondano e dei suoi paladini.

La base della narrazione è storica, però vi sono delle incongruenze perché si narrano i fatti dell’epoca di Carlo Magno, quindi dell’VIII-IX secolo, ma vengono riportate usanze e comportamenti del XI-XII secolo, periodo in cui sono state tramandate. In particolare viene esaltata la guerra santa contro gli infedeli musulmani, ma negli anni raccontati i rapporti con i musulmani non erano negativi.

La trasmissione di questi testi era di tipo orale, venivano cantati da cantori con l’accompagnamento di una melodia.

Visto che erano tramandati oralmente questi poemetti facevano uso di ripetizioni, in modo che anche un uditore distratto riuscisse a ricordare; lo stile era semplice ed elementare; la struttura metrica era divisa in modo semplice, in parti chiamate lasse, ognuna delle quali era sostanzialmente autonoma per essere recitate separatamente; i personaggi erano privi di sfumature psicologiche in modo che il pubblico si concentrasse soprattutto sulla lotta per l’onore e la fede; inoltre venivano usati epiteti che accompagnavano il nome del personaggio e quindi aiutare il pubblico a ricordarselo.

Questi poemi, giunti a noi anonimi, si pensava che fossero stati scritti da più persone. Oggi si ritiene che siano frutto di poeti individuali che usavano le leggende tramandate oralmente e le riscrivevano.

Inoltre i poemi tendevano a raggrupparsi in cicli intorno a una famiglia o a una discendenza nobiliare, quindi tendevano ad esaltare la posizione sociale di quella determinata famiglia. Solo più tardi i poemi persero il carattere guerresco e religioso, lasciando il posto al motivo d’amore rappresentato nel romanzo cortese.

Con la diffusione di questi generi si delinea la figura del giullare, un intellettuale laico. Egli poteva essere sia un semplice mimo o giocoliere, ma poteva anche essere poeta, con una certa cultura che era accolto nelle corti per intrattenere un pubblico di classe più elevata.

Le più famosa chansons de geste sono quelle scritte nel Nord della  Francia in lingua d’oil, tra l’XI e il XIII secolo. Queste possono essere raggruppate in tre cicli:

  • Il ciclo carolingio ispirato a Carlo Magno e ai suoi paladini che tra l’VIII e il IX secolo difesero la cristianità dagli arabi. In questi poemi si celebrano i valori dei cavalieri, quindi l’eroismo, il coraggio, la fedeltà al re. A tale ciclo appartiene la Chansons de Roland;
  • Il ciclo narbonese, si tratta delle gesta di Guglielmo d’Orange;
  • Il ciclo dei vassalli ribelli che descrive le lotte all’interno dei feudi durante il regime di Carlo Magno.

La Chansons de geste più conosciuta è la Chansons de Roland (Canzone di Orlando). Oggi è considerata il monumento letterario più popolare in Francia nel Medioevo.

L’autore del poema è anonimo, probabilmente il nome che viene scritto alla fine, Turoldo, è probabilmente il copista o il giullare.

Esso è composto da 4000 decasillabi e narra le vicende di Rolando e degli undici paladini di Carlo Magno. Viene raccontato come la retroguardia dell’esercito di Carlo Magno, guidata da suo nipote Rolando, fosse stata attaccata dai musulmani sul passo si Roncisvalle, che porta attraverso i Pirenei dalla Spagna alla Francia.

I cavalieri potrebbero salvarsi se Rolando suonasse il magico corno, l’olifante, così richiamerebbe l’esercito di Carlo Magno. Per orgoglio e per non mettere a rischio la vita del re, lo suona solo in punto di morte. Quando il re torna indietro con il suo esercito sono tutti morti e l’unica cosa che gli resta è vendicarsi. Riesce a far strage di nemici e condanna a morte Gano, colui che aveva complottato alle sue spalle e organizzato l’imboscata.

Questi avvenimenti hanno una base storica, infatti nel 778 Carlo Magno viene assalito sui Pirenei, al ritorno dalla Francia da una spedizione in Spagna, da predoni baschi.

Il poemetto è occupato per la maggior parte dalla descrizione della resistenza opposta da Rolando e i suoi compagni verso il nemico. Gli ingredienti principali di questo ciclo sono il tradimento (Il barone Gano di Maganza che attira Rolando nell’imboscata), la spada fatata di Rolando chiamata Durlindana (lui cerca di spezzarla vicino alle rocce prima di morire), il corno magico, l’olifante. Infine Rolando prima di morire , tende verso l’alto il guanto destro, tipico gesto feudale, che l’arcangelo Gabriele insieme all’arcangelo Michele scendono dal cielo a raccogliere.

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Programma di letteratura superiori