La scoperta dell’elettrone

L’elettrone fu scoperto da tra il 1860  e il 1888 da William Crookes. Egli per effettuare i suoi esperimenti un gas rarefatto chiuso all’interno di un tubo di vetro da cui tolse l’aria attraverso una pompa, alle cui estremità c’erano due placche metalliche , chiamate elettrodi.

Una placca era collegata al polo negativo di un generatore elettrico e l’altra al polo positivo; la prima fu chiamata catodo (-), la seconda anodo(+).

Lo scienziato stabilì tra i due elettrodi una forte differenza di potenziale. Nel suo esperimento usò ciò che era noto grazie ad esperimenti precedenti e cioè che il flusso di elettricità in un gas abbastanza rarefatto (cioè con pressione molto bassa), provoca emissione di luce.

Crookes ridusse la pressione del gas all’interno del tubo di vetro e vide comparire sull’anodo una fluorescenza di colore verde, che ipotizzò fosse dovuta dall’impatto sull’anodo dei raggi emessi dal catodo, i raggi catodici.

Grazie a successivi esperimenti, si potè affermare quale fosse la vera natura dei raggi catodici e cioè che erano costituiti da particelle dotate di massa e carica elettrica negativa presenti in tutta la materia.

Gli esperimenti di Crookes e quindi la scoperta dell’elettrone aprirono la strada per gli studi di altri scienziati, che insieme ci hanno portato alle conoscenze attuali. Quindi sicuramenta la questa la si può considerare una scoperta epocale senza la quale saremmo rimasti nell’ignoranza più assoluta

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