La vita di Petrarca

Vediamo ora la vita di un altro grande poeta italiano che è Francesco Petrarca,nacque ad Arezzo il 20 luglio del 1304 da una famiglia fiorentina di condizione borghese. Il padre ser Petracco era come Dante, un bianco esiliato dopo l’avvento dei neri.

Petrarca a 8 anni si trasferì con la famiglia ad Avignone, in Provenza, dove il padre, che era un notaio aveva ottenuto un impiego presso la corte pontificia. A 16 anni intraprese gli studi giuridici prima a Montpellier e poi a Bologna. Ma poichè la sua vocazione era sempre stata quella letteraria, dopo la morte del padre nel 1326, senza terminare gli studi giuridici, a cui non era interessato, fece ritorno ad Avignone.

Quì condusse una vita frivola, ma nello stesso tempo si dedicò allo studio degli scrittori classici, inoltre venne a contatto con importanti personaggi del modo politico e religioso.

Proprio in quel periodo, con precisione il 6 aprile del 1327, un venerdì santo, nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone, vide per la prima volta Laura de Noves, la donna che ispirò molte delle sue opere.

Per potersi dedicare esclusivamente alla sua passione, divenne chierico e si mise al servizio del cardinale Giovanni Colonna. Nel 1337 si stabilì a Valchiusa, vicino ad Avignone, e quì nacque suo figlio Giovanni, che potè riconoscere grazie a una dispensa papale.

In questo luogo di pace cominciò a comporre a a dedicarsi sempre più allo studio dei classici. Negli anni tra il 1337 e il 1340 compose “Africa” e iniziò la raccolta di biografie di uomini dell’antichità che chiamò “de viribus illustribus“.

 

Negli anni successivi crebbe la sua fama, infatti, nel ’41 scese a Napoli dove fu esaminato dal re Roberto d’Angiò e in seguito l’8 aprile fu incoronato al Campidoglio “magnus poeta et historicus“.

Dopo questa incoronazione il suo prestigio aumentò ancor di più, infatti girò per l’Italia e Avignone, ospite delle famiglie nobiliari più famose.

Nel 1343 il fratello Gherardo decise di ritirarsi in convento e questo portò Francesco in una profonda crisi spirituale, cominciò a riflettere con maggiore assiduità sui valori dell’esistenza e sul destino dell’uomo e proprio in questo periodo la sua attività letteraria divenne più intensa.

Nel 1348 venne a sapere della morte di Laura, vittima, come molti suoi amici , della peste.

Nel 1350 in un viaggio verso Roma per il Giubileo, si fermò a Firenze dove conobbe Giovanni Boccaccio, con il quale nacque una profonda e lunga amicizia.

Entrambe furono d’ispirazione l’uno per l’altro; Petrarca avvicinò Boccaccio al mondo dei classici, invece Boccaccio stimolò l’interesse di Petrarca verso Dante e gli mostrò come una poesia in volgare non dovesse trattare solo argomenti d’amore ma poteva anche essere usato per componimenti dottrinali. Da questa apertura mentale Francesco fu spinto alla composizione della sua seconda opera in volgare “i trionfi“.

Nel 1353 il poetà lasciò definitivamente la provenza e si trasferì a Milano presso i Visconti; fece lunghi viaggi e continuò i suoi studi.

Nel 1362 si trasferì a Venezia dove portò a termine molte delle sue opere e nello stesso periodo aumentò il suo interesse verso la cultura greca.

Nel 1367 si trasferì a Padova presso Francesco de Carrara che gli donò un terreno ad Arquà dove trascorse gli ultimi anni della sua vita con la figlia Francesca, morì il 18 luglio del 1374.

 

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