Proba matrona et filiae et ancillae in pulchra villa vivunt (“vivono”). Matrona prudentiam magnam et sapientiam exercet (“pratica”), filias liberaliter (“nella libertà”) educat (“educa”) et sedulas ancillas non obiurgat (“rimprovera”), sed laudat (“loda”). Ancillarum avaritiam autem punit (“castiga”), et nequitiam contemnit (“disprezza”). Ancillarum industria non solum laetitiae causa est dominae, sed etiam amicarum invidiae (causa est): matronae amicae enim ancillas saepe vexant (“maltrattano”) neque umquam (“mai”) gratiam ancillis praebent (“accordano”). Ancillae igitur (“dunque”) operam male agunt (“conducono”) et magnas curas dominis afferunt (“arrecano”). Ergo (“Pertanto”) amicae invidiosae sunt atque probae matronae sapientiam imitāre temptant (“tentano di imitare”), at non valent (“sono capaci”). Itaque claram matronae prudentiam laudamus (“lodiamo”).

TRADUZIONE

La buona matrona e le figlie e le ancelle vivono in una bella villa. La matrona pratica una grande competenza e sapienza, educa le figlie nella libertà e non rimprovera le ancelle diligenti, ma loda. Punisce invece l’avarizia delle ancelle e disprezza la pigrizia. L’operosità delle ancelle non è solo motivo di gioia per la padrona, ma anche invidia delle amiche: le amiche della matrona infatti maltrattano spesso le ancelle e non accordano mai grazia alle ancelle. Dunque le ancelle conducono male il lavoro e arrecano grandi preoccupazioni alle padrone. Pertanto le amiche sono invidiose e tentano di imitare le saggezza della buona padrona ma non sono capaci. E così lodiamo la celebre competenza della matrona.

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