Le Rime di Dante sono state raccolte non dallo stesso poeta, ma da editori contemporanei. Esse comprendono liriche che sono state scritte da Dante dalla giovinezza fino all’esilio, ovviamente son o escluse tutte quelle presenti nel Convivio e nella Vita Nuova che il poeta aveva incluso.

L’aspetto attuale delle “Rime” di Dante, ricostruito dai filologi, comprende 80 testi (26 di attribuzione incerta) ai quali vanno aggiunti 16 sonetti.

Le Rime giovanili di Dante comprendono 5 sonetti che si basano sugli ideali cortesi, quindi che riflettono le tendenze del tempo, quella guittoniana, guinizzelliana e cavalcantiana.

Poi abbiamo le liriche di natura realistica come i sonetti ingiuriosi che il poeta scrisse in una tenzone con Forese Donati.

Dopo la morte di Beatrice Dante cadde in una profonda crisi che portò la sua poesia ad un porofondo cambiamento, infatti superò l’esperienza stilnovistica e passò ad una poesia dottrinale ed allegorica.

 

Sicuramente le poesie più significative ed innovatrici delle “Rime” sono le “Rime petrose” , esse furono scritte tra il 1296-1298 e sono 4 canzoni dai suoni duri ed aspri, adatti a cantare una donna dura, resistente e spietata, Petra (forse allegoricamente è la filosofia o Firenze). Di queste Rime petrose la più importante è “Così el mio parlar voglio essere aspro“. Il poeta quindi parla di una donna dura e insensibile, quasi crudele verso l’amore che lui prova. In queste poesie vi domina una passionalità violenta e intensa, espressa in uno stile di eccezionale crudezza e incisività.

Poi vi sono anche 3 canzoni, 6 sonetti di cui uno di risposta a Lino da Pistoia, scritti durante l’esilio.

Quello che si può notare in tutte queste liriche è la versatilità di Dante, la sua ricerca di nuove forme di poesia che lo portano pian piano ad allontanarsi dallo stile stilnovistico.

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