Nello scrivere un composto è importante conoscere il numero di ossidazione e si indicherà a sinistra il simbolo della specie chimica che presenta numero di ossidazione positivo e a destra il simbolo della specie chimica con numero di ossidazione negativo. Sapendo che la somma algebrica dei numeri di ossidazione in un composto deve essere uguale a zero allora si calcolano gli indici in modo da ottenere tale risultato.
Nello scrivere il nome di un composto si può usare il nome comune come per esempio acqua(), ammoniaca (). Nella maggior parte dei casi però per attribuire il nome si usano dei sistemi precisi e sono la nomenclatura tradizionale, quella IUPAC e la nomenclatura di Stock.
- La nomenclatura tradizionale è basata principalmente sulla divisione degli elementi in metalli e non metalli e tiene conto del numero di ossidazione degli atomi che formano la molecola. Però è una classificazione non precisa.
- La nomenclatura secondo la notazione di Stock, indica il numero di ossidazione in numeri romani posti tra parentesi.
- La nomenclatura IUPAC(internetional, Union of Pure and Applied Chemistry) si basa sulla relazione fra il nome di un composto e la sua formula chimica.
Una prima distinzione ci permette di dividere i vari composti in organici e inorganici. I primi sono tutti composti del carbonio ad eccezione del monossido e del diossido di carbonio, dei carbonati e di poche altre sostanze. I composti organici sono composti di tutti gli altri elementi.
La IUPAC ci permette di capire quali e quanti atomi è costituito un composto, ma non dà indicazioni sulle loro proprietà chimiche. Tale nomenclatura fa una prima distinzione tra composti binari(formati da due elementi) e composti non binari (formati da da più di due elementi).
I composti binari sono distinti in composti contenenti l’ossigeno (ossidi, perossidi, superossidi), composti che contengono l’idrogeno (idruri ionici, idruri covalenti, idracidi) e sali binari.
Per scrivere composti binari si devono seguire semplici regole:
- il nome del primo elemento rimane inalterato e si cita per ultimo;
- il nome del secondo elemento della formula, troncato a livello della sua radice e completato con la desinenza -uro;
- se il secondo elemento della formula è l’ossigeno, non si applica la regola precedente, ma si utilizza il termine ossido;
- tra i due termini si introduce la preposizione di.
Per esempio LiBr si legge bromuro di litio.
Se nella formula ci sono indici numerici, si specifica il numero di atomi di ciascun elemento anteponendo al suo nome il prefisso. Per esempio che si leggerà tetrafloruro di carbonio, tetra sta per quattro.
Se per esempio nel composto che si scrive gli elementi hanno più numeri di ossidazione, si può usare la notazione di stock, verrà eliminato il prefisso numerico e si riporterà il numero di ossidazione dell’elemento tra parentesi, subito dopo il nome dell’elemento.
Per esempio se consideriamo il ferro che ha due numeri di ossidazione e cioè +2 e +3, con il bromo formerà (bromuro di ferro (II) (bromuro di ferro (III)
I composti non binari sono distinti in idrossidi, ossiacidi e sali di ossiacidi.