Sparta si trovava al centro della penisola del Peloponeso, non era dunque sul mare, e la sua ricchezza derivava dall’agricoltura. I campi venivano coltivati dagli schiavi, che costituivano la maggior parte della popolazione.

Lo Stato era governato da due re che erano i comandanti supremi dell’esercito. Essi erano affiancati da un governo oligarchico, formata da un piccolo gruppo di aristocratici, gli spartiati, appartenenti alle famiglie nobili. Essi godevano di tutti i diritti civili e politici, possedevano la maggior parte delle terre e si dedicavano all’esercizio delle armi e alla guerra.

I commercianti, gli artigiani e gli allevatori, detti perieci, erano uomini liberi, ma non potevano ricoprire cariche pubbliche.

Le terre dei nobili erano lavorate dagli schiavi prigionieri di guerra, detti iloti, non avevano alcun diritto e vivevano sotto lo stretto controllo dei soldati.

La principale occupazione dei nobili spartiati era la guerra; fin da piccoli, infatti, erano addestrati a diventare bravi e coraggiosi soldati e si sottoponevano a grandi sacrifici per essere pronti a servire la patria.

 

I maschi appena nati venivano esaminati dagli anziani e se erano deboli o mostravano qualche malformazione venivano abbandonati e lasciati morire. I bambini maschi sani erano affidati, dopo i sette anni, a educatori pubblici e andavano a vivere in caserma, lontano dalla famiglia, dove erano sottoposti a costanti esercizi fisici per prepararli alla guerra. A 20 anni partecipavano alle battaglie, ma l’addestramento continuava sino ai 30 anni. Dopo potevano sposarsi e abitare in una casa propria, ma continuavano a dedicare la vita all’esercito.

Le figlie degli spartiati trascorrevano gran parte della giornata fuori casa, a esercitarsi con le compagne nella lotta, nella corsa e nel lancio del giavellotto. Imparavano a leggere, scrivere e cantare in coro. Si sposavano giovanissime, per dare figli alla patria. Le donne erano rispettate dai mariti e da tutta la comunità maschile: gli spartiati consideravano infatti il parto un atto eroico, paragonabile al combattimento in battaglia.

 

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