Fino al Cinquecento i Paesi Bassi comprendevano ben diciassette province, la maggior parte delle città erano di tipo mercantile, e svolgevano un ruolo fondamentale nel Mare del Nord, con il controllo della pesca.

Nonostante fosse formato da diverse province e fosse sotto il dominio spagnolo, questo regno era basato su una tradizione autonomista che non era tollerata dalla politica accentratrice di Filippo II, che ricordiamo essere il re di Spagna in quel periodo.

Il re Filippo, non accettava la loro autonomia, e voleva inoltre imporre il ritorno al cattolicesimo nelle province protestanti e inviò per questo un esercito e fece condannare e giustiziare alcuni capi.

A tutto ciò ci fu una ribellione da parte dei Paesi Bassi, i ribelli furono guidati da Guglielmo d’Orange, e furono aiutati dall’Inghilterra per il rifornimento di armi e uomini.

Nel 1581 le province ribelli dichiararono la propria indipendenza costituendo la Repubblica delle Province Unite.

Essi si organizzarono in uno stato che decideva la politica estera, la guerra ,e curava la riscossione delle imposte; in tutti gli altri settori le province erano autonome.

In questo periodo di pace,  gli Olandesi cercarono di ricostruire il paese e ingrandire la terre coltivabili, infatti costruirono dighe e intensificarono l’agricoltura.

Il loro potere si affermò soprattutto sugli oceani grazie ad una efficiente flotta mercantile: avevano addirittura battelli sui quali il pesce veniva pulito e salato per essere conservato più a lungo.

Si espansero e si impadronirono di alcune colonie dell’Oceano Indiano, inoltre nelle isole della Sonda e nel Borneo crearono un impero che durò secoli.

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