L’origine dei continenti

L’aspetto della Terra nel corso di milioni di anni si è completamente trasformato a causa degli spostamenti che continuano ancora oggi.

Il geologo tedesco Alfred Wegener all’inizio del ‘900 cercò di dare delle risposte riguardo l’origine dei continenti e osservò che il profilo delle coste dell’Africa occidentale e quelle dell’America meridionale combaciavano perfettamente,  questo perchè i continenti un tempo con molta probabilità erano stati uniti. La sua teoria che chiamò “Deriva dei continenti” affermava che circa 200 milioni di anni fa le terre erano unite formando un unico grande continente chiamato Pangea che era circondato dalle acque di un unico grande oceano che chiamò Pantalassa.

In seguito, attorno a 180 milioni di anni fa, la Pangea si sarebbe divisa in due parti: la Laurasia a nord e la Gondwana a sud, con il mare di Tetide al centro. Poi circa 40 milioni di anni fa le due parti si allontanarono le une dalle altre, andando alla deriva e assumendo le attuali posizioni. La sua teoria è stata confermata dal fatto che sono stati ritrovati dei fossili di piante e animali della stessa specie sia in Africa che nell’America del sud.

La teoria di Wegner fu in seguito ripresa da altri scienziati come Jason Morgan che elaborò anche la “tettonica a zolle“. Tale teoria affermava che la litosfera è suddivisa in 6 zolle o placche che galleggiano sullo strato fluido del mantello spostandosi in continuazione, infatti possono allontanarsi, avvicinarsi, e possono scorrere una di fianco all’altra. Quando queste si allontanano lungo i margini si crea una frattura detta rift. Tale frattura viene riempita dal magma che fuoriesce dal mantello e forma solidificandosi la dorsale montuosa.

Se le zolle si avvicinano si scontrano e possono avvenire due cose:

  • se le placche sono entrambe continentali, i margini si sollevano e si formano le montagne;
  • se le placche sono una oceanica e l’altra continentale avviene la subduzione, cioè uno sprofondamento creando così una fossa oceanica.

Se le due zolle scivolano una di fianco all’altra, si formano delle fratture dette faglie che portano a molti eventi sismici, come la Faglia di Sant’Andrea in California.

 

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