Trama e significato allegorico della Divina Commedia

La Divina Commedia ha la seguente trama: a 35 anni nella notte del giovedì del 1300, Dante si smarrisce in una selva oscura. Dopo una notte angosciosa, all’alba del venerdì egli intraviede un colle illuminato, ma quandfo cerca di salire il colle, viene fermato da 3 fiere, una lonza, un leone e una lupa. Ad un certo punto vede l’ombra di un uomo che era Virgilio, che lo esorta a seguire un’altra strada. A questo punto il viaggio prosegue tra i tre regni, però giunto in paradiso viene accompagnato da un’anima più degna che è Beatrice. Fino a che attraversati i cieli del paradiso, dopo la preghiera rivolta da san Bernardo alla Vergine, può contemplare l’empireo e il mistero della trinità.

Il viaggio di Dante dura una settimana e va dal venerdì santo 8 aprile del 1300, fino al giovedì dopo Pasqua, il 14 aprile. Tali date è stato possibile stabilirle grazie a riferimenti astronomici. Con precisione alle 18 di sabato 9 aprile giunge all’inferno.

All’alba della domenica di Pasqua Dante e Virgilio si trovano sulla spiaggia del purgatorio. La salita della montagna dura 3 giorni e mezzo. Arrivano sulla cima del paradiso terrestre alle 12 di mercoledì 13 aprile. A questo punto Virgilio è sostituito da Beatrice, e comincia la sua ascesa verso il paradiso che termina il 14 aprile con la visione di Dio.

Quella appena scritto è il significato letterale dell’opera, invece dal punto di vista allegorico questo viaggio rappresenta il percorso che deve fare l’uomo per raggiungere la salvezza e quindi non essere più schiavo delle passioni terrene.

Significato allegorico della Divina Commedia

Dante percorre i tre regni dell’oltretomba venendo a contatto con i peccati con i peccati e le punizioni dell’inferno, con le penitenze del purgatorio e con la beatitudine del paradiso.

Si può dire che il poeta si senta depositario di una missione, cioè salvare gli uomini e indicargli la strada giusta che ormai era stata smarrita a causa di corruzione e comportamenti immorali. Quindi in questo modo gli uomini si potevano rendere conto che il male commesso si tramutava in pene eterne, invece il bene fatto sarebbe stato premiato dopo la morte.

 

Il significato morale del suo viaggio è esplicitato nel XVII canto del paradiso, durante l’incontro con il suo trisavolo Cacciaguida. Proprio da lui viene a sapere che sarà destinato all’esilio e che sarà costretto a cercare accoglienza da vari signori. inoltre, Casagrande lo esorta, una volta tornato sulla terra, di non preoccuparsi della reazione degli altri e quindi di rivelare a tutti ciò che aveva appreso nel suo viaggio, anche se le sue rivelazioni avrebbero potuto portare a scandali e polemiche.

Per quanto riguarda il significato allegorico è importante la scelta che il poeta fa delle guide che lo accompagnano nel suo viaggio: Virgilio che lo accompagna fino al purgatorio è il simbolo della ragione umana che però è sempre sottomessa alla fede; poi c’è Beatrice che lo accompagnerà fino al regno della beatitudine e rappresenta la fede; infine san Bernardo di Chiaravalle rappresenta l’estasi.

Un significato allegorico importante è quello delle tre belve che sbarrano la strada a Dante che sono una lonza, un leone e una lupa che rispettivamente sono la lussuria, la superbia e la cupidigia, quindi i 3 peccati capitali

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